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Buongiorno cari lettori!
Con l’articolo di oggi vogliamo approfondire i principali aspetti della UNI11137, entrata in vigore il 25 luglio 2012 e dedicata alla verifica della tenuta degli impianti negli ambienti interni.
Attenzione, è bene ricordare che le prove di tenuta non coinvolgono gli impianti di nuova costruzione, questi fanno riferimento ad un’altra normativa (UNI 7129) dedicata nello specifico alla progettazione, installazione e messa in servizio. Leggete i nostri consigli su come conoscere questi cambiamenti e, soprattutto, come metterli in pratica.
Il punto saliente del nostro nuovo articolo è la sicurezza degli impianti del gas e di chi si occupa della progettazione, installazione e manutenzione.
Per questo motivo, negli ultimi anni, sono state molte le iniziative o i corsi specializzati mirati al miglioramento del livello di affidabilità degli impianti.
L’UNI 11137 – COS’E’ E COSA DEFINISCE?
La norma si applica agli impianti domestici o similari(*) da attivare, in esercizio o da riattivare, alimentati con gas combustibili della II famiglia (gas naturale) e dalla III famiglia (GPL) così come definiti dalla UNI EN 437 con una portata termica unitaria non maggiore di 35 kW oppure agli impianti con potenzialità singola maggiore di 35 kW (con pressioni massime di 40 mbar (4000 Pa) se alimentati a metano e di 70 mbar (7000 Pa) se si tratta di GPL.
Nello specifico, nella norma si va a definire i requisiti della tenuta, le modalità di esecuzione e metodi volti a determinare il valore di dispersione.
(*) Citazione dalla UNI 7128: “con il termine “impianto similare” si intende indicare un impianto destinato ad alimentare apparecchi di utilizzazione per la produzione di calore, acqua calda sanitaria e per la cottura cibi installato in ambienti ad uso non abitativo e non considerati nel campo di applicazione di specifiche regole tecniche per la sicurezza dell’utilizzo del gas.”
QUANDO ESEGUIRLA?
La prova di tenuta va fatta al verificarsi di una delle cinque circostante previste dalla UNI 11137:2012:
1. persistente odore di gas
2. sostituzione di uno o più apparecchi gas
3. sostituzione del tipo di gas distribuito
4. riutilizzo di impianti interni inattivi da oltre 12 mesi
5. verifica periodica almeno ogni dieci anni.
Attenzione a non confondere la prova di tenuta con il controllo di assenza fughe gas, che va effettuata durante la manutenzione ordinaria.
Gli strumenti e i procedimenti per le verifiche sia preliminari che di tenuta, devono permettere al tecnico di effettuare le misurazioni con precisione.
Gli strumenti devono essere certificati , mantenuti idonei e sottoposti ad una manutenzione periodica (come previsto dal casa costruttrice).
L’esito della prova dovrà poi essere rilasciata al proprietario indicando dettagliatamente le informazioni di carattere anagrafico generiche, il tipo di prova (diretta/indiretta), quali strumenti o apparecchi sono stati utilizzati, tipo di gas combustibile utilizzato.
La tenuta di un impianto è IDONEA AL FUNZIONAMENTO quando la verifica dei requisiti di tenuta, presenta un valore di dispersione non maggiore a 1 dm3/h per il gas naturale o 0,4 dm3/h per il GPL.
Quando si rileva un valore di perdita compreso tra 1 dm3 /h e 5 dm3 /h per il gas naturale, o compreso tra 0,4 dm3 /h e 2 dm3 /h per il GPL, è IDONEA AL FUNZIONAMENTO TEMPORANEO.
Ciò significa che un impianto può continuare a funzionare. Tuttavia entro i 30 giorni dalla data della verifica occorre aver effettuato tutte le opere di per ripristinare la tenuta dell’impianto. Una volta effettuato la modifica, l’impianto dovrà essere sottoposto ad un’ ulteriore prova di tenuta.
Se dalla prova si presentano perdite superiori ai 5 dm3 /h (5 litri/ora) per il gas naturale e di 2 dm3 /h (2 litri/ora) per il GPL, l’impianto non può continuare ad essere utilizzato e messo immediatamente fuori esercizio.
Rimane intesto che tutte queste attività devono essere realizzate esclusivamente da personale specializzato e, soprattutto, dotato degli appositi strumenti.
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